WALLS HAVE MOUTHS TO TELL_2015

Villa corio rusconi _ castano primo _ Milano

Click to hear Mouths have fragmnets to sound installation
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Adriano Annino

Walls have mouths to tell

a cura di Fabio Carnaghi

16 - 24 maggio 2015

Villa Rusconi, Castano Primo (Milano)
 

opening 16 maggio 2015, ore 17,30

 orari di apertura

 lun. - ven. 16,30  - 19,00

sabato e domenica 10,00  - 12,00/ 16,30  - 19,00

Ingresso gratuito

info@arkmilano.com

http://
www.biodiversityark.tumblr.com

Villa Rusconi
Corso Roma 
Castano Primo (Milano) 

nell'ambito di


con il patrocinio di
    

           

media partner

Interview Adriano Annino 

By Fabio Carnaghi

Adriano Annino
Walls have mouths to tell

Il progetto raccontato

Storie riabilitano la storia di un luogo nella contemporaneità di episodi dipinti, evocati, estratti dalla vita. Adriano Annino nell’allestimento site specific converte in metateatri  gli scenari secenteschi di una villa di delizie in cui appaiono presenze che agiscono nello spazio raffigurato in una sorta di specchio senza fine.

Fabio Carnaghi È straniante l’intervento artistico che immerge il visitatore nella reinvenzione di vicende biografiche realmente accadute e traslate nell’ipotesi onirica di un set da historical fiction. La narrazione murale a episodi equivoca con la polisemia mediale che prende a prestito i linguaggi dell’immagine in movimento nell’accezione di frame biografico.

Adriano Annino   La prima è la scelta compiuta dopo un sopralluogo di adottare il motto, riportato nello stemma della famiglia Rusconi nel camino della sala da pranzo, nihil difficile volenti, per risolvere il problema che si poneva di relazionarsi con lo spazio storico. Il mio interesse era incentrato più che sul concetto di volontà su quello di semplicità. Gli eventi raccontati si riferiscono a episodi vissuti, immaginati, e dipinti, come se avvenissero dentro la villa durante l’allestimento della mostra. Questa sovrapposizione temporale è portata al presente da fonti sonore che, nelle tre sale adiacenti, fondono testi e citazioni musicali secentesche a registrazioni dal vero e rievocano situazioni e ambienti della villa, come la filanda costruita in una parte del giardino, e della risaia, vicino alla quale io lavoro e vivo.

FC Veri e propri display si aprono nel tessuto del decoro, sostanziandone la funzione di cornice. Le tele collocandosi nell’apparato decorativo delle quadrature affrescate e nelle cornici marmoree dei camini, riflettendosi in un’enorme specchiera, depositandosi sulle superfici di un tavolo da pranzo e di un pianoforte, oscurando finestre binate, creano una reazione a catena in un gioco di assillanti rimandi tra persistenze del luogo e l’attualità di squarci biografici.

AA Dai punti forti della villa sono state estratte le misure dei lavori. In ognuno di essi, ad eccezione delle carte poste sopra agli oggetti d’arredo, nelle quali invece la villa è vista dall’esterno, è presente il lavoro stesso, sempre simile e diverso, posto nella sua collocazione, in prospettiva, senza termine. La luce e lo spazio permettono, camminando, distorsioni ulteriori. I materiali impiegati, ad esempio le tovaglie, usate nella realtà e poi assemblate e dipinte, e inserite nei camini, si legano alla dimensione privata.

FC La ridestinazione dello spazio con le sue funzioni assegnate dal tempo è uno spunto di riflessione fondamentale della mostra. Gli affreschi allegorici e di illusionismo architettonico hanno circondato successioni di antichi proprietari nobili o dotati di ricchezze dissestate da un decadentismo inesorabilmente assunto a stile di vita, oggi fanno da sfondo alienante al ritmo della burocrazia pubblica a cui lo spazio è adibito, condividendo la medesima staticità del passato, nell’immaginazione dell’arte si trasformano in atmosfere per incontri e condivisioni nella virtuale o concreta gestione dei rapporti umani.

AA Parlo della villa e dei suoi abitanti attraverso di me. Interpretare il motto degli ultimi possidenti, prima dell’acquisto da parte del Comune, significa essere il luogo nel quale si sta immaginando un futuro. I lavori pittorici si sovrappongono alla villa in un processo di autostratificazione. Quest’operazione mi ha permesso di percepire un altro vissuto, come se la villa l’avessi abitata anch’io.

FC Storia e fiction, realtà e quotidianità si proiettano nell’alterazione percettiva di uno spazio nello spazio. Il tuo intervento coglie poeticamente le connessioni tra passato e presente nell’abituale distorsione della realtà propria delle modalità conoscitive post-digitali. La simulazione d’ambiente della società digitale propone i suoi meccanismi in una visione che coinvolge inaspettatamente, oltre la cultura algoritmica, il dialogo con la permanenza della storia, nell’urgente e atavico rapporto tra innovazione e conservazione.

AA Il percorso nella villa rimanda al Teatro dei Misteri e alle Sacre Rappresentazioni ma i palcoscenici utilizzati sono altro. In uno degli episodi raffigurati uno di noi sta filmando con il cellulare una scena nella quale io, con i miei amici, sto dipingendo un pezzo della mostra in contemporanea al gioco del cinto, in cui viene sfoggiata e agitata la propria cintura, fatto una sera a Milano in via Bellezza, che non ha significato alcuno, e che allude, ironicamente, ad un inutile concetto di potere. La frustrazione non è più legata al non avere mezzi ma alla possibilità di poter scegliere, alla quantità di scarto disponibile.

Click here to listen the sound installation
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Walls have mouths to tell, mostra personale di Adriano Annino, si inserisce nella rassegna Biodiversity promossa da ARK Cultural Property and Contemporary per Expo in Città.


 


 

La mostra è un progetto site specific pensato per gli spazi di Villa Rusconi, secentesca dimora storica. L’allestimento diffuso è esso stesso oggetto della ricerca dell’artista che si confronta con l’atmosfera del luogo, habitat creativo a tutto tondo, in una sorta di esercizio di narrazione murale. La pittura installata negli apparati decorativi rifugge da ogni logica di inquadramento e si conforma alle strutture esistenti, in un processo di sovversione degli schemi espositivi. È straniante l’intervento artistico che immerge il visitatore nella reinvenzione di vicende biografiche realmente accadute e traslate nell’ipotesi onirica di un set da historical fiction. Storia e fiction, realtà e quotidianità si proiettano nell’alterazione percettiva di uno spazio nello spazio. L’intervento dell’artista coglie poeticamente le connessioni tra passato e presente nell’abituale distorsione della realtà propria delle modalità conoscitive post-digitali.

 


 

 

L’evento è realizzato con il sostegno di Premio Arte Rugabella, di cui l’artista ha vinto la menzione arteCa nell’edizione 2014, con il patrocinio di Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Città di Castano Primo, UNESCO, Mab – Man and Biosphere, Parco del Ticino, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi. Media partner dell’iniziativa è Lazagne Art Magazine.